Economia

Spin-off alla toscana: l’allievo supera i maestri

Nato nel 1998, Co&so dopo tre anni quadruplica il fatturato. Ma fa germogliare altri “figli”. Fino ad attirare l’attenzione di una società profit, con cui oggi collabora

di Francesco Agresti

Profit cerca privato sociale per proficui rapporti di collaborazione. Quello che suona come un improbabile annuncio è in realtà il sunto di ciò che realmente è accaduto in Toscana non più di qualche mese fa. Il Gst è un consorzio costituito nel 1999 prevalentemente da imprese for profit che svolge attività di project financing e di global service. Lo scorso anno i dirigenti di Gst hanno bussato alla porta di Co&so, un consorzio di cooperative sociali di Firenze, facendo una proposta ?indecente?: «Unitevi a noi e collaboreremo su progetti comuni ognuno con la propria identità e visione del modo di fare impresa». Che fare? «Il passaggio non è stato semplice ma alla fine abbiamo deciso di aderire», racconta Lorenzo Terzani, presidente del consorzio di cooperative sociali. Spartizioni? No grazie Facciamo un passo indietro. Co&so nasce nel 1998 su iniziativa di 5 cooperative sociali, tre dell?area fiorentina e due empolesi. «L?idea del consorzio», racconta Claudia Fiaschi, vice presidente di Co&so, «nasce dalla volontà di affermare una certa idea di fare cooperazione sociale in un territorio dove erano presenti modelli diversi dal nostro: coop di grandi dimensioni, ma con flebili legami con il territorio. Il consorzio ha aggregato imprese di diversa matrice che però avevano una visione comune del fare impresa sociale. Non ha mai avuto come obiettivo quello di offrire servizi o essere un luogo di spartizione di opportunità, ma fin dall?inizio ha messo a disposizione le potenzialità delle associate per favorire lo sviluppo di nuova cooperazione sociale». Coerenti con i valori Così è stato. Le cooperative aderenti al consorzio in tre anni passano da 5 a 22, con un fatturato aggregato di 9,5 milioni di euro. Nel 2001 il consorzio dà vita a uno spin-off che fa nascere un altro consorzio Co&so in Valdelsa. Quest?operazione ha attivato un effetto moltiplicatore che in tre anni ha raddoppiato il numero delle cooperative sociali aderenti ai due consorzi, e ne ha quadruplicato il fatturato aggregato, generando occupazione per duemila persone. «Una scommessa vinta», riprende Fiaschi. «Lo spin-off dal punto di vista imprenditoriale ci ha permesso di distribuire il rischio e avere una maggiore capacità di investimento, aspetto peculiare di questo settore». «La coerenza ai nostri valori culturali, poi», prosegue, «ci ha portato a scegliere la strada della creazione di nuove imprese da quelle già attive, piuttosto che puntare su una crescita dimensionale. Se un?impresa sociale ha come obiettivo quello di intervenire sul territorio a favore della comunità, più riesce a concentrarsi in maniera attenta e personalizzata sulle relazioni con il territorio di riferimento più è in grado di generare partecipazione e servire al meglio gli utenti». Tanto attivismo ha finito per attirare l?attenzione anche di chi con l?imprenditorialità sociale ha poco a che fare. «Nella progettazione di opere pubbliche», riprende Lorenzo Terzani, «gli enti locali chiedono sempre più la presenza di strutture da destinare ad attività sociali che, per funzionare, devono essere affidate a chi ha il know how adatto». La proposta di aderire al consorzio Gst ha suscitato in Co&so più di qualche perplessità. «Abbiamo accettato», puntualizza Fiaschi, «per sperimentare una partnership che a nostro avviso rappresenterà una delle modalità attraverso le quali sostenere lo sviluppo di un welfare pubblico, collettivo e sostenibile. Un obiettivo perseguibile solo se in ogni territorio si attivano forme di collaborazione tra pubblico, privato sociale e for profit, in cui ognuno con la propria identità, la propria responsabilità, è chiamato a interrogarsi su che tipo di risposte dare e capire quali e come attivare le risorse necessarie». Obiettivo: dare lavoro Con il consorzio Gst, Co&so ha iniziato a lavorare ad alcuni progetti. Uno in particolare sarà realizzato in una zona residenziale alla periferia di Firenze, su un?area di 12 ettari sui quali dovranno essere realizzate una piscina, un auditorium e dei campi da tennis. «In questo progetto», aggiunge Terzani, «abbiamo proposto la realizzazione di una centro formativo e di laboratori dove organizzare attività per l?inserimento lavorativo delle persone svantaggiate in cui potrebbero essere coinvolte sia cooperative sociali di tipo B che coop di tipo A che si occupano di progettazione e gestione di corsi di formazione. Le strutture sportive e ricreative del parco potrebbero trasformarsi in opportunità lavorative per i soggetti svantaggiati formati proprio all?interno del centro. Un?iniziativa che non avremmo mai potuto realizzare come consorzio e che ci permette di non investire ingenti risorse economiche». Info: www.coeso.org


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